Gli obiettivi iniziali erano più ambiziosi ma per mettere d’accordo tutti i Paesi dell’Europarlamento si è dovuto scendere a patti anche con quelli meno votati alla svolta ecologista…come l’Italia, che purtroppo quest’anno nella classifica presentata alla Cop28 perde 15 posizioni (da 29 a 44) per la sua performance inadeguata contro l’emergenza climatica.

Ora però abbiamo una strada per raggiungere l’obiettivo di un parco edifici neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.

Uno dei punti di svolta che ha portato alla firma dell’accordo riguarda la valutazione “media” di prestazione energetica per gruppo di edifici e non più “casa per casa”.

I vari Stati quindi dovranno ridurre il consumo medio di energia del 16% entro il 2030 e del 20-22% nel 2035. Spetta a loro decidere come e con quali scadenze intermedie.

Si riducono quindi gli obblighi per i singoli proprietari e viene data più responsabilità ai governi per intervenire con urgenza a partire dal patrimonio edilizio più energivoro.

L’efficientamento energetico di un immobile destinato ad una ristrutturazione non sarà più un’opzione rimandabile.

Per quanto riguarda i nuovi edifici invece dal 2030 dovranno essere tutti costruiti per mantenersi a emissioni zero.

Rimandato al 2040 invece il blocco per la produzione e vendita delle caldaie a gas.. la strada per l’emancipazione dalle fonti fossili è ancora lunga.

Si rimane quindi in attesa di conoscere strategie di investimento soprattutto del nostro paese per incentivare i proprietari al rinnovo dei loro immobili.