Nel 2020 è avvenuto un sorpasso epocale: il peso complessivo dei manufatti umani ha superato quello di tutta la biomassa del pianeta*, cioè l’insieme di piante, animali, funghi e microorganismi che sostengono la vita sulla Terra. Un passaggio silenzioso, costruito strato dopo strato attraverso cemento, acciaio, plastiche e infrastrutture che hanno trasformato il paesaggio naturale in un ambiente fortemente antropizzato.

Questo dato non è soltanto una curiosità statistica: racconta la distanza crescente tra i processi della vita e i processi dell’industria, e mette in evidenza l’urgenza di ripensare il modo in cui costruiamo.

In questo scenario l’edilizia – responsabile di enormi consumi di risorse, rifiuti e emissioni – diventa un campo d’azione decisivo.

Un’edilizia salubre, attenta ai cicli naturali e alla qualità dell’abitare, produce meno rifiuti e, soprattutto, quando genera scarti produce materiali che possono essere reintrodotti nei flussi produttivi. Materiali naturali come legno, canapa, terra cruda, non solo migliorano il comfort indoor, ma permettono di ridurre drasticamente l’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita dell’edificio, dalla costruzione alla dismissione.

Ma ottimizzare i processi non basta: abbiamo bisogno di una vera “rivoluzione dei materiali” come dice Norbert Lantschner, capace di spostare il settore dalle soluzioni ad elevata  intensità energetica – cemento e acciaio in primis – verso alternative a basse emissioni di carbonio. Le tecnologie oggi disponibili lo rendono possibile: i materiali riciclati e riciclabili, ecologici ed a basso impatto ambientale aprono la strada a edifici che non solo consumano meno, ma partecipano a un metabolismo circolare. Il cradle to cradle: dalla culla alla culla in un ciclo che si rigenera.

La bioarchitettura vuole ricucire il rapporto tra manufatti umani e biomassa, ricollocando l’ambiente costruito dentro il più grande sistema vivente che ci ospita. La bioarchitettura non è un’estetica ma un cambio di paradigma: costruire meno, costruire meglio.

* Human-Made Stuff Now Outweighs All Life on Earth  By Stephanie Pappas, December 9, 2020 – Scientific American