Quando andiamo a realizzare un isolamento termico dall’interno è indispensabile prevedere con precisione l’andamento delle temperature nella parete. Questo perché il rischio di formazione di condensa (e conseguente formazione di muffa) sulle superfici interne dipende da che temperatura incontrerà l’aria umida presente nei locali interni.
Ma quand’è che si forma la condensa? Quanto fredda deve essere la superficie per portare l’umidità a condensare? Come facciamo ad evitare che ciò si verifichi?
La supervisione di un tecnico specializzato in questi casi è indispensabile per evitare spiacevoli sorprese.
Per i professionisti che realizzano opere di efficientamento energetico seguendo i protocolli CasaClima, come il nostro studio, queste questioni occupano una parte centrale della progettazione e vengono studiate a fondo per non lasciare al caso o alla fretta del cantiere scelte determinanti per la qualità dell’opera.

Per capire di cosa parliamo innanzitutto bisogna avere presente qualche nozione tecnica.
Teniamo a mente che un volume di aria calda può tenere in sospensione più umidità dello stesso volume di aria fredda e che ad ogni temperatura quindi corrisponde una quantità di umidità limite oltre la quale si verifica il fenomeno di condensa.
Considerando una temperatura interna di 20°C e un’umidità del 50%, la fisica ci dice che la temperatura di rugiada sarà attorno ai 14°C, quindi quando l’aria umida viene a contatto con una superficie a questa temperatura, condensa.

L’obiettivo da perseguire dunque è alzare la temperatura superficiale della parete e questo si può ottenere con un buon isolamento.
Esistono però dei nodi costruttivi che presentano delle difficoltà esecutive per la posa di un isolamento continuo. Si tratta dei perimetri delle finestre, i cassonetti copri tapparelle, elementi passanti interno-esterno (es. terrazzini)…
Per essere sicuri che la soluzione progettata sia efficace, CasaClima richiede che vengano realizzate delle simulazioni in cui possiamo riprodurre le condizioni di progetto e verificare l’esistenza o meno del rischio di condensa.

Nell’immagine qui riportata si vede un esempio di queste simulazioni, i colori indicano il flusso di calore che dall’interno (colori caldi) migra verso l’esterno (colori freddi).
Sono raffigurati lo stato di fatto e quello di progetto di una portafinestra.
Nello stato di fatto notiamo la presenza di una controfinestra esterna che aiuta a ridurre la dispersione di calore ma non è sufficiente e infatti le temperature superficiali interne nei punti più critici si aggirano tra i 10 e 13 gradi.
Nel progetto la controfinestra viene eliminata e il serramento interno sostituito con uno nuovo ad alta efficienza, il cassonetto del rotolante viene isolato e viene realizzato un cappotto interno con pannelli in cemento cellulare autoclavato di 6 cm di spessore.
Come si può vedere l’isolamento così progettato assicura che dove prima avevamo il rischio di condensa ora abbiamo temperature tra i 15 e i 16 gradi, il dettaglio è verificato!